Angioplastica primaria da preferire alla fibrinolisi nell’infarto acuto del miocardio con sopraslivellamento ST


Lo studio DANAMI-2 ( Danish Acute Myocardial Infarction 2 ) ha mostrato una riduzione degli eventi avversi a 30 giorni con angioplastica primaria ( intervento coronarico percutaneo primario ) rispetto a fibrinolisi in pazienti con infarto del miocardio con sopraslivellamento del tratto ST STEMI ) .

Lo studio DANAMI-2 ha valutato se il beneficio dell’intervento coronarico per cutaneo ( PCI ) primario si mantenesse nel corso di un follow-up a lungo termine.

In totale, 1572 pazienti con infarto STEMI ( 1129 pazienti negli ospedali di riferimento e 443 in ospedali dotati di Centri per l’esecuzione della procedura PCI ) sono stati assegnati in maniera casuale a intervento coronarico percutaneo primario o a fibrinolisi.

Il tempo mediano dalla randomizzazione all’arrivo al laboratorio di cateterizzazione per pazienti ricoverati negli ospedali di riferimento è stato di 67 minuti, con il 96% dei pazienti giunti in tali laboratori entro 120 minuti.

L’endpoint primario dello studio era l’esito composito di morte o reinfarto.

Il tempo mediano di follow-up è stato di 7.8 anni.

Per l’endpoint primario, l’incidenza cumulativa a 8 anni è stata del 34.8% nel gruppo intervento coronarico percutaneo primario e del 41.3% in quello fibrinolisi ( hazard ratio, HR=0.78 ).

I tassi di reinfarto si sono ridotti nel gruppo PCI primario ( 11.7% versus 18.5%; HR=0.60 ) e tra i pazienti randomizzati presso ospedali di riferimento, l’intervento coronarico percutaneo primario ha ridotto i tassi di reinfarto ( 13% versus 18.5%; HR=0.66 ) e di mortalità ( 26.7% versus 33.3%; HR=0.78 ).

In conclusione il beneficio dell’intervento coronarico percutaneo primario rispetto alla fibrinolisi si è mantenuto nel corso del periodo follow-up a lungo termine; l’intervento coronarico percutaneo primario ha ridotto inoltre il rischio di reinfarto nell’intera coorte e quello di reinfarto e di mortalità tra i pazienti randomizzati presso ospedali di riferimento.
Questi risultati sono un’ulteriore conferma che l’intervento coronarico percutaneo primario dovrebbe essere offerto ai pazienti con infarto del miocardio con sopraslivellamento del tratto ST quando il trasporto a un ospedale specializzato per la procedura PCI può essere completato entro 120 minuti dall’evento infartuale. ( Xagena2010 )

Nielsen PH et al, Circulation 2010; 121: 1484-1891


Cardio2010



Indietro

Altri articoli


Il profilo beneficio-rischio della Bivalirudina ( Angiox ) rispetto alla terapia anticoagulante con Eparina nei pazienti con infarto miocardico senza...


Le linee guida per l'infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST ( STEMI ) raccomandano un trattamento farmaco-invasivo se l'intervento...


La lipoproteina ad alta densità svolge un ruolo chiave nel trasporto inverso del colesterolo. Inoltre, le particelle di lipoproteine ​​ad...


Tra i pazienti con sindrome coronarica acuta dopo sostituzione della valvola aortica per via transcatetere ( TAVR; TAVI ), quelli...


L'infarto miocardico è una causa frequente di arresto cardiaco extraospedaliero. Tuttavia, i benefici dell'angiografia coronarica precoce e della rivascolarizzazione nei...


I dati sugli esiti per uno stent a eluizione di Everolimus ( EES ) con polimero durevole al follow-up a...


La rivascolarizzazione miocardica tempestiva con intervento coronarico percutaneo ( PCI ) riduce le dimensioni dell'infarto e migliora gli esiti nei...


C'è stata una ricerca limitata su pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST ( infarto STEMI ) e...


Tra i pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del segmento ST ( infarto STEMI ) indicati per intervento coronarico percutaneo...